Tremenda stangata in arrivo per migliaia di contribuenti: pesanti tagli sugli assegni pensionistici. Vediamo chi sarà penalizzato.
Stangata in arrivo sul fronte delle pensioni: tagli e penalizzazioni per migliaia di contribuenti. Molti riceveranno un assegno mensile molto più basso di quello che si sarebbero aspettati. Vediamo che cosa succederà.
Quando si parla di pensioni, tendiamo subito a pensare al peggio. E, purtroppo, spesso non sbagliamo. Per il momento siamo ancora molto lontani dall’abolizione definitiva della legge Fornero che “inchioda” la maggior parte delle persone al lavoro fino ai 67 anni di età.
Non solo: il Governo di Giorgia Meloni non può più permettersi di fare extra deficit con la prossima legge di Bilancio. Questo, in parole povere, significa solo una cosa: tagli più pesanti che riguarderanno proprio le pensioni. Molti contribuenti verranno penalizzati.
Gran parte dei lavoratori che si apprestano ad accedere alla pensione riceveranno assegni mensili molto più bassi di quelli che si sarebbero aspettati. A subire le conseguenza peggiori sarà una categoria in particolare. Prepariamoci, dunque, ad una stangata davvero tremenda.
Il Governo di Giorgia Meloni è già al lavoro per la prossima legge di Bilancio che, purtroppo, prevederà inevitabilmente qualche taglio per ridurre il debito. I tagli maggiori riguarderanno proprio le pensioni e, in particolare, una categoria di contribuenti sarà penalizzata più delle altre. Vediamo tutto nei dettagli.
Ad oggi, per accedere alla pensione di vecchiaia, è necessario avere almeno 67 anni e non meno di 20 anni di contributi. Ci sono diverse “vie di fuga” per uscire dal lavoro qualche anno prima ma, molto spesso, comportano anche delle penalizzazioni. Secondo quanto stabilito dalla legge di Bilancio 2024, i dipendenti degli enti pubblici e i lavoratori della sanità che, nel 2024, andranno in pensione in anticipo, riceveranno una pensione più bassa.
Non tutti, però, saranno soggetti a questa penalizzazione: i tagli riguarderanno solo coloro che hanno meno di 15 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 1995, anno in cui, appunto, il sistema di calcolo contributivo ha sostituito il sistema di calcolo retributivo. Per i periodi di contribuzione fino al 1995, ad oggi, l’aliquota contributiva è del 20%.
Ma, secondo quanto stabilito dalla legge di Bilancio 2024, per le categorie di lavoratori sopra indicate che decideranno di andare in pensione in anticipo, l’aliquota contributiva passerà dal 20% al 2,5%. Questo comporterà tagli pesantissimi sull’assegno mensile.
Chi, invece, vanta più di 15 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 1995, è salvo e non subirà nessun taglio. Salvi anche i sanitari e i dipendenti degli enti pubblici che hanno perfezionato i requisiti per la pensione anticipata entro il 31 dicembre 2023: la legge di Bilancio, infatti, non ha valore retroattivo.
Chi raggiunge i requisiti quest’anno, purtroppo, viene penalizzato. L’obiettivo è disincentivare troppe uscite anticipate di massa che creerebbero un danno enorme alle casse dell’Inps già in affanno. Per questa ragione non si esclude che, con la prossima legge di Bilancio, l’Esecutivo decida di cancellare alcune misure di prepensionamento.
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